Sabato 24 luglio (ore 21.00) andrà in scena in prima nazionale “Ezechiele 43,11 / Italia” di Salvatore Cannova con Irene Cangemi, Noemi Scaffidi, Giuseppe Lino, Francesco Raffaele, progetto che ha ricevuto la Menzione speciale #cittàlaboratorio 2021 giovani artisti siciliani – Città di Gibellina per la visionarietà e l’originalità del linguaggio usato nell’immaginare un apocalittico futuro, che ci porta, soprattutto dopo questo periodo così terribile vissuto da tutti, ad interrogarci più a fondo sul senso della vita sociale, dei rapporti di convivenza e coesistenza civile.
In un futuro prossimo, l’umanità è trasformata in un involucro impuro di sola carne. Ingranaggi vuoti e sorridenti mossi dall’inerzia. La massa è resa impotente, il libero arbitrio dismesso. Alla luce di un nuovo medioevo, parlare non è consentito: il logos si concretizza in suoni inconsulti e incomprensibili, un picco di ossitocina che non riesce a spurgare, un coito interrotto di parole mancate. Nella lotta all’egemonia politica guidata da una religione nuova e “corretta”, sarà nuovamente l’egoismo umano ad avere la meglio. Così nell’ordine irrazionale della distopìa, la voglia di caos dissacra la fede e l’uomo si eleva a dio.
Il libro biblico di Ezechiele diventa metafora di un futuro plausibile: un’umanità, distrutta dal suo stesso egoismo, rinasce sotto una nuova stella per ricadere nell’oblio. Un monito? Forse. Di sicuro un’analisi sull’essere umano e la sua natura egoistica, in una ciclicità storica nel quale il lieto fine non è contemplato.
Ad anticipare lo spettacolo di sabato, alle ore 18.30, spazio alla tavola rotonda con RAC – regist_a confronto, la prima associazione di categoria dei registi teatrali. Interverranno: Guido Valdini, Giuliano Scarpinato, Filippo Renda, Giuseppe Cutino, Claudia Puglisi, Giuseppe Massa, Alfio Scuderi.
R.A.C. (Regist_a confronto), è la prima associazione di categoria per registe e registi teatrali in Italia. Nata in seno all’emergenza covid 19 come spazio di confronto e dibattito, R.A.C. si pone l’obiettivo di promuovere una ridefinizione dei presupposti deontologici del lavoro di regia. L’associazione intende operare per una crescita sana ed equilibrata del sistema teatrale, in cui registe e registi non siano solo portatori di diverse e originali visioni artistiche, ma anche connettori, anelli di congiunzione tra le varie professionalità coinvolte nella realizzazione dei loro spettacoli, figure di riferimento per la loro tutela, attraverso un dibattito fra registi, giornalisti, studiosi, dirigenti, nel tentativo di dare una risposta ai seguenti quesiti:
Chi è il/la regista? Cosa è cambiato nell’assetto del teatro italiano negli ultimi 70 anni? La/il regista può ottenere tutela e tutelare le altre figure professionali? Come l’aspetto etico influisce su quello artistico? Da migliori condizioni di lavoro possono nascere migliori spettacoli?